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Matteo

Voglio provare a raccontare la mia esperienza di separazione con la speranza che possa di essere di aiuto a qualcuno che attualmente si trova in un momento buio..... piuttosto che raccontarla con il senno di poi allego una lettera che avevo scritto a mia moglie nel momento della separazione. Non ho cambiato una virgola, perché voglio trasmettere quello che esattamente sentivo allora.

coppia in crisi
Ora, rileggendo, noto alcuni toni melodrammatici e troppo esasperati, alcune incoerenze, una disperazione che alla prova dei fatti sono riuscito a superare. Un mezzo miracolo è avvenuto, e speranze adesso ne ho. Ma, ribadisco, mi sentivo proprio così...

Ritornato da Amsterdam, ti ho trovato a casa con le bimbe. Sarei dovuto andare io a prenderle domenica sera. Hai fatto un ultimo tentativo per stare ancora insieme, ma non offrendomi nulla, non garantendomi nulla (neanche che avresti chiuso con quell’altro), solo offrendomi come sempre la tua inquietante e dolorosa presenza.
Ti ho resistito più volte, quando mi hai chiesto scusa, di perdonarti, quando mi hai chiesto di andare a letto insieme, quando al mattino dopo mi hai nuovamente tentato mettendoti al mio fianco sul divano, accarezzandomi e poi portandomi a letto. Lì hai cercato di ammaliarmi come una sirena, erano da mesi che non ci sfioravamo. Mi hai detto che era un modo per comunicare. Cosa ho pensato? Mi sono chiesto se anche con lui hai affilato queste armi seduttive quando lui si stava allontanando da te, mi sono chiesto se questa era l’estrema prova della tua vittoria su di me, se mi volevi rendere schiavo, se così fanno le vedove nere. Mi sono chiesto se esiste qualche cosa al di fuori del tuo egoismo e del tuo desiderio di dominio e di possesso (tu lo chiami ‘il non essere rifiutata’). Non ho superato l’estrema prova. Ovviamente tutto questo nel totale silenzio, in modo animalesco, rituale, senza nessuna parola d’amore, senza sentimento. Io una cosa nelle tue mani, un corpo e un’anima sofferente a tua disposizione.
Come mi hai spiegato più tardi, e credo che la verità sia in quei dintorni, il tuo amore è inscindibilmente legato ad un potenziale distruttivo che alcune volte emerge. Se uno ti ama deve sopportare, deve ricevere il male, deve superarlo, arrendersi, non ha alcun diritto di ricevere amore liberamente, alla pari. Io te ne ho sempre parlato in termini di dare-avere. Se una persona ti da 100 deve poi accontentarsi di 5, sei affamata di amore, vuoi essere desiderata senza che si pretenda da te nulla in cambio, sei un pozzo senza fondo, una idrovora. Ora che ho fallito la tua estrema prova ti rendi conto di avere perso un po’ di potere su di me, che quella che mi chiedeva di fare all’amore ‘against all odds’ era la parte irrazionale, quella malata di te. Non so se questo tuo gioco finirà mai, questa sera mi hai chiesto un incontro, dopo che le bimbe sono andate a nanna, sentiamo quello che hai da dirmi.
Io ti ho detto che non c’è un motivo solo perché debba fare un passo indietro, una volta che mi hai tolto amore, rispetto, dignità… Dovresti prima di tutto fare pulizia, una pulizia completa, cristallina, e questo non è successo. Ci sono ancora molti lati oscuri del tuo rapporto parallelo, dovrebbe ovviamente finire, tutto è ancora velato dal mistero. Ti ho detto che secondo me il suo rifiuto ti ha nuovamente reso attraente la mia posizione. Non so, se lui tu cercasse, cosa tu realmente faresti. Tu mi hai detto di esserne praticamente fuori, ma dal ‘respiro’ del tuo diario credo sia una altra menzogna a me e a te stessa. Poi dovresti darmi un amore che solo nei primi mesi della nostra storia mi hai dato, senza riserve, senza chiedere nulla in cambio; io credo che questo amore per me non ci sia, non può venire fuori come dal cappello di un mago, nel tuo diario io ci sono molto poco e quando ci sono c’è poco amore per me. Infine, dovresti essere così forte e tollerante da superare le mie inevitabili sofferenze, i miei rigurgiti di vomito, le mie cattiverie che sicuramente verranno fuori, mi hai fatto troppo male.
Ieri quando ho deciso di parlare alle bambine e di dare corso alla separazione vera e propria, mentre tu tentavi ancora di trascinare la cosa, forse hai realizzato per la prima volta in modo completo il dolore e l’abisso nel quale le stiamo portando. Io è da più di un anno che mi immagino il futuro, ogni singolo istante, i problemi tra noi, che con la separazione non finiranno di certo, la sofferenza inflitta alle bimbe ora che non capiscono, e in un futuro quando capiranno. La mia depressione e il pensare di farla finita forse erano una prova estrema di amore per loro, è meglio che mi ricordino con tenerezza e rimpianto come un padre perfetto, piuttosto che vivermi vicino vedendomi distrutto, senza nessuna speranza per il futuro, e incattivito con te. Non so, forse era solo vigliaccheria per non voler affrontare un incubo terribile, forse era solo effetto del logoramento estenuante.
Cosa mi proporrai, o mi confesserai questa sera? Mi farai leggere il tuo diario (non sai, anche se potresti immaginartelo, che l’ho già letto) e, se sì, censurato? Sarebbe l’unico gesto di sincerità e di apertura negli ultimi mesi, lo apprezzerei veramente. Mi farai un’altra proposta indecente? Mi dirai che provi amore per me e che non provi più nulla per quell’altro, anche se continuamente comunicate, per telefono, via e-mail, di persona. Mi dirai che finalmente hai compreso che la separazione è l’unico atto onesto nei miei confronti, anche se non risolverà i tuoi problemi? Mi dirai che andrai dallo psicologo per farti aiutare? Io sto lottando ferocemente per resisterti, perché sono debolissimo, per me il sogno della vita era costruire una famiglia felice. Credo che tu sia in grado di rendermi felice, le bimbe sono fantastiche oltre ogni immaginazione, ma sono io che non ti basto. Come hai scritto nel tuo diario la vita con me è sufficiente, piatta, vorresti avere e consumare altre persone per te interessanti che hai incontrato per la tua strada.
Come ti ho detto ieri, secondo me tu sei ancora immatura, e per certi versi irresponsabile, sei ancora la bambina che fa le pazzie, le cose strane e poi sa già che i genitori la perdoneranno perché così è l’amore di un genitore. Così non è il mio amore. Il bimbo con questi gesti vuole rivendicare la sua autonomia, il suo esistere, un adulto dovrebbe essere già autonomo. Spero di avere la forza di resisterti, ieri è stata dura, mi sembri un ladro impacciato preso con le mani nella cioccolata che prima nega, poi offre spiegazioni e giustificazioni assurde, poi infine si auto-convince che la persona alla quale ha rubato se lo meritava, poi chiede la grazia sapendo dentro di sé di aver nascosto la refurtiva e che potrebbe in futuro essere recidivo. Questo non vuole dire che io mi sottragga alle mie responsabilità. Se tra noi è funzionato così male o non è funzionato affatto è anche colpa mia. Quello che ti rimprovero è che da anni, nel tuo diario reale, e forse anche da prima, nel tuo diario mentale, ti sei accorta che io non andavo bene per te e non me lo hai detto chiaramente. Prima hai detto che era per la gravidanza, poi per l’esperienza di essere madre, poi per alcune cose del mio carattere sulle quali abbiamo lavorato, poi perché non ti sentivi bella, poi perché eri cambiata, e così via. Quando ti sei innamorata ‘a ferro e a fuoco’ di un altro avresti dovuto scegliere se stare qui o altrove, non avresti dovuto aspettare mesi e mesi, dicendomi che le cose andavano meglio, che avevi bisogno di isolarti un po’ con i tuoi amici, che volevi respirare un po’. Quando ti ho chiesto se c’era qualche cosa avresti dovuto dirmelo, quando ti ho ‘sgamato’ per caso avresti dovuto fermarti lì, non avresti dovuto coprire con nuove menzogne bugie precedenti. Io avevo il timore già dal primo momento di non avere da offrirti quello che tu veramente volevi e ti ho sposato con quella consapevolezza, non ne ho mai fatto mistero, se me ne avessi parlato in modo chiaro e limpido avrei certamente capito.
Ora non capisco più nulla. Non so se in questo momento sei con lui a infilarti in una altra storia malata come la nostra, non so se vuoi ritornare da me solo come estremo tentativo di salvarti la pelle, di non dover più pensare a cose che ti fanno male, a riposarti un po’ alla mia ombra nella triste sufficienza della vita con me, o se veramente credi di essere in grado di darmi un po’ di quell’amore che disperatamente vado mendicando da anni.
Cosa mi dirai stasera? Facciamo un altro figlio, così che per tre anni non penserai più a niente altro? Tu cerchi forse il mio appoggio per essere salvata da te stessa, io cerco di salvarmi da te.
Come ti ho detto ieri, non ho più alcuna speranza. Hai vinto tu, per tre a zero, e non c’è rivincita.

 


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